Chiude il primo (e più rigido) carcere svizzero
Dopo 200 anni il Sennhof di Coira va in pensione. Gli edifici della struttura verranno convertiti. In che modo lo deciderà il Cantone: «Pianifichiamo un avviso per richiamare investitori»
COIRA – Dopo 200 anni la prima prigione cantonale grigionese, nonché il più “rigido” carcere della Svizzera, va in pensione. Gli edifici del penitenziario, con un’estensione di quasi 3000 metri quadri per 57 posti, verranno così convertiti: le opzioni sono ancora aperte ma il Cantone pianifica già un avviso pubblico per richiamare investitori.
«Qualsiasi bambino conosce il Sennhof di Coira», scrive il Consigliere di Stato e direttore di polizia Christian Rathgeb nella prefazione al libro sui due secoli del carcere, anniversario che ricorre quest’anno, un anno prima della trasformazione dell’istituto penitenziario e del suo trasferimento in una nuova e più moderna struttura a Cazis (GR).
Il carcere, ai margini della città, è un complesso di diversi edifici, i più vecchi sorti già nel 1600. La torre rappresenta uno degli ultimi resti delle antiche mura cittadine. Inizialmente le strutture non furono pensate come prigione, ma fungevano da abitazioni e per scopi agricoli.
Successivamente i locali furono adibiti alla produzione di saponi. Solo nel 1817 il Cantone acquistò il complesso immobiliare per farne un penitenziario. Fino al 1995 l’istituto è rimasto sotto la direzione della procura grigionese, la quale ancora oggi possiede uffici all’interno della struttura che, in ogni caso, dovrà presto trasferire altrove.
Da sei anni a dirigere il carcere è Ines Follador-Breitenmoser, sotto la cui direzione, nonostante alcuni tentativi, nessuna evasione è andata a buon fine. Del penitenziario si parlò nel settembre 2014 quando un detenuto diede fuoco ad asciugamani, lenzuola e materassi nella propria cella, incidente che si concluse senza gravi conseguenze.
Insieme al penitenziario bernese di Thorberg, il Sennhof è non solo uno degli istituti carcerari più antichi della Svizzera ma anche uno dei più rigidi e severi a livello nazionale: nota per i suoi spazi angusti e troppo stretti, la struttura, con celle di appena 8,5 metri quadri a fronte dei 12 minimi obbligatori per legge, è oggi inadatta.
Tra i più «famosi» carcerati del Sennhof ci furono lo scrittore svizzero, autore di best seller, Erich von Däniken, che in cella scrisse il suo secondo romanzo “Zurück zu den Sternen” (Ritorno alle stelle), e l’ebreo David Frankfurter, il quale, condannato per avere ucciso nel 1936 a Davos Wilhelm Gustloff, capo della sezione svizzera del partito nazista tedesco, trascorse nove anni nel penitenziario prima di essere graziato.
Anche a livello turistico il carcere di Coira gode di una certa fama, essendo tappa fissa e apprezzata delle visite guidate della città, come ha confermato Leonie Liesch, direttrice dell’Ufficio del Turismo di Coira.
Per il sindaco di Coira Urs Marti si tratta di una vera e propria attrazione turistica. La città tuttavia non ha intenzione di acquistare il complesso: «Attendiamo con ansia di conoscere i piani del Cantone in merito e saremo lieti di esserne coinvolti».
Sull’esempio dell’ex carcere di Lucerna, da cui è sorto il “Jailhotel Löwengraben” e dell’ex prigione Lohnhof di Basilea, anch’essa trasformata in un hotel, con aggiunta di abitazioni, di un museo, un teatro e un club jazz, anche il Sennhof di Coira potrebbe diventare un albergo. Sul destino della struttura, però, il Cantone non ha ancora idee definitive, ha detto all’ats Markus Dünner, capo servizio cantonale delle costruzioni: «Stiamo pianificando un avviso per richiamare investitori».
Il bando dovrebbe essere pubblicato la prossima primavera. Vista la centralità della struttura, il Cantone ritiene che la richiesta di aree ad uso abitativo o commerciale potrebbe essere elevata. Delle possibili destinazioni del Sennhof si occupa anche una comunità d’interesse sorta appositamente, che favorisce l’ipotesi di un mix di abitazioni, cultura, gastronomia e un ostello della gioventù.
Fonte: TIO