Newgate: il cortile dell’aria, incisione di Gustav Doré (1872) – Biblioteca Civica Centrale Torino

Il dipinto che ha ispirato l’allestimento di questa sala è La ronda dei prigionieri di Vincent Van Gogh. Il pittore olandese lo dipinge nel febbraio del 1890 quando è da alcuni mesi recluso volontariamente nel manicomio di Saint-Paule-de-Mausole, a pochi chilometri da Arles.
Chiuso nella sua camera trasformata in studio e non potendo trovare ispirazione nella natura decide di riprodurre alcune opere di grandi artisti.
Quella che troviamo qui è un’incisione di Gustav Doré che era stata pubblicata qualche anno prima in un libro di grande successo (London, a Pilgrimage, 1872), nel quale la prima metropoli moderna veniva descritta sotto forma di reportage giornalistico e con lo sguardo di un grande artista. Ci troviamo di fronte quindi ad un capolavoro nato da un altro capolavoro.
Van Gogh rappresenta qui la tragicità della condizione reclusa nel paradosso di un movimento vitale (l’esigenza del corpo del condannato di muoversi) che, per potersi realizzare in prigione, si trasforma in un ossessiva e insensata peregrinazione senza meta, osservata da occhiuti custodi e interessati filantropi (rappresentati alla destra del quadro).
L’atteggiamento dimesso e il passo strascicato dei reclusi contrasta con quello del detenuto al centro del dipinto che guarda il visitatore come a sollecitare un commento sulla assurdità della situazione.
Alcuni critici hanno voluto riconoscere in questa figura il pittore stesso che ha voluto così rappresentare la sua condizione di detenuto.
Un’altra curiosità che alcuni commentatori hanno evidenziato è che i detenuti in ronda sono 37, esattamente gli anni di Van Gogh quando abbandonò questo mondo per raggiungere, forse, quelle due farfalle bianche che nel quadro tentano di librarsi oltre lo stretto cerchio delle mura della prigione.