La vera storia di Alcatraz
Fuggire da Alcatraz era ritenuto impossibile, eppure non per tutti è stato così: in 29 anni 5 prigionieri sono, forse, riusciti a fuggire
Alcatraz, solitaria isola della Baia di San Francisco, a poco più di 2 Km dalla terraferma, è oggi nota per l’omonimo carcere federale di massima sicurezza stanziato su di essa. Soprannominata anche The Rock – La Roccia – e The Bastion – La Fortezza- la prigione di Alcatraz è ancora oggi, nell’immaginario collettivo, il luogo per eccellenza da cui è impossibile fuggire. A cinquantacinque anni dalla chiusura del carcere, avvenuta il 21 marzo 1963, è ancora vivo il mito che ruota intorno ad Alcatraz, nato per via della durezza con cui venivano trattati i detenuti e per l’inaccessibilità dell’isola. Leggende a parte, durante i 29 anni di apertura, furono 36 i prigionieri che tentarono la fuga, di questi soltanto 5 riuscirono effettivamente nel loro intento.
Alle origini del mito: fuga da Alcatraz
Il nome “Alcatraz” si deve al cartografo spagnolo Juan Manuel Diaz che, nel realizzare la carta della Baia di San Francisco, nominò l’isola La isla de los Alcatraces, l’isola dei pellicani.
Prima fortificazione dell’isola
Alcatraz, inizialmente in mano ai messicani, divenne statunitense nel 1846, quando l’allora governatore della California, John C. Fremont, acquistò l’isola in nome del Governo Federale degli Stati Uniti d’America per 5000$.
Alla fine della prima metà del XIX secolo ebbe inizio quella che oggi è nota come corsa all’oro californiana o febbre dell’oro californiana. In questi anni la storia nordamericana fu segnata dalla ricerca spasmodica, da parte di cercatori provenienti da tutto il globo, dell’oro della Sierra Nevada, regione della California. A causa dell’intenso traffico navale che investì la Baia di San Francisco, fu necessario costruire un faro. Tra il 1850 e il 1853 fu così eretto il primo faro della costa occidentale degli Stati Uniti a illuminare le rotte dei cercatori.
A seguito della costruzione del faro ebbe inizio, tra 1853 e 1858, la fortificazione dell’isola e la costruzione di un complesso di edifici soprannominato Cittadella o Fort Alcatraz.
Il motivo della fortificazione risiedeva nella posizione strategica dell’isola nella Baia e del ruolo militare che poteva ricoprire in sua difesa.
La guerra civile
Allo scoppio della guerra di secessione americana, avvenuto nel 1861, furono stanziati sul confine dell’isola 105 cannoni che però, a causa dei pochi soldati presenti sull’isola, non vennero mai usati tutti insieme. Il ruolo principale svolto da Alcatraz durante la guerra civile fu quello di deposito da armi da fuoco e detenzione di prigionieri di guerra confederati. Ebbe inizio così il destino di Alcatraz come struttura di detenzione.
La prigione militare
Nel 1868, poco dopo la fine della guerra civile, avvenuta nel 1866, Alcatraz fu ufficialmente destinata a struttura detentiva a lungo termine di prigionieri di guerra. Nel 1906, a seguito del violento terremoto che colpì San Francisco, per la prima volta prigionieri civili furono trasferiti sull’isola per motivi di sicurezza. Soltanto nel 1907 Alcatraz fu scelta come Wester U.S. Military Prison, prigione militare dell’Ovest degli Stati Uniti.
A seguito di tale decisione si rese necessario ripensare alla struttura della prigione e, nel 1909, fu completamente abbattuto il vecchio faro dei cercatori e parzialmente la Cittadella. Il faro fu ricostruito dove attualmente torreggia sull’isola e sulla baia; della Cittadella invece, che si ergeva su tre piani, rimase soltanto il primo piano, trasformato nelle celle sotterrane (si trovava infatti sottoterra). Al di sopra delle celle sotterrane fu costruita l’ampia struttura detentiva diventata famosa, dove oggi è possibile effettuare visite turistiche.
Carcere federale di massima sicurezza
La rinomata rigidità di Alcatraz è dovuta al tipo di prigionieri ospitati: in questo istituto penitenziario venivano infatti reclusi criminali ritenuti particolarmente pericolosi o che avevano già tentato la fuga da altri penitenziari.
I primi 137 prigionieri furono trasportati ad Alcatraz da altre prigioni statunitensi l’11 agosto 1934; erano stati scelti prigionieri che avevano dato particolari problemi di disciplina e sicurezza. Furono scortati da 60 agenti FBI e U.S. Marshall (agenti di polizia federale che solitamente scortano ufficiali di corte, tribunali e ministeri). La pericolosità dei detenuti era tale che il personale che lavorava ella prigione era composto da 155 membri.
Facevano eccezione alla durezza del carcere i pasti: per evitare ribellioni interne la qualità della mensa di Alcatraz era di molto superiore alla media delle carceri statunitensi. I detenuti mangiavano insieme in un grande refettorio sotto la supervisione di pochissime guardie, ma le rivolte erano comunque disincentivate dalla presenza di un sistema di sicurezza che, in caso di necessità, sprigionava nella stanza un gas letale.
Le celle
I detenuti venivano rinchiusi in celle singole piuttosto anguste, di circa 4 metri quadri ciascuna, e, se il loro comportamento non era conforme con le norme prescritte dal regolamento, venivano reclusi nelle celle sotterranee, note dai detenuti come The Hole, dove non c’erano letto, luce né pulizia.
I detenuti
Furono reclusi ad Alcatraz i più famosi criminali statunitensi; su tutti spicca il nome di Al Capone, noto con il soprannome di Scarface – da cui il titolo del celebre film scritto da Oliver Stone e diretto da Brian De Palma. Al Capone, mafioso americano simbolo della crisi giudiziaria che investì gli Stati Uniti durante il proibizionismo, fu rinchiuso ad Alcatraz tra il 1931 e il 1934.
La chiusura
La vastità della struttura comportava però costi elevatissimi sia dal punto di vista gestionale, sia dal punto di vista economico. Riuscire a coordinare le guardie nei diversi blocchi dell’edificio e garantire un costante approvvigionamento di cibo via mare, comportavano costi eccessivi. Per queste ragioni il 21 marzo 1963 Robert Kennedy, allora procuratore generale, ordinò la chiusura del carcere. 55 anni dopo la sua chiusura Alcatraz non smette però di suscitare nei turisti interesse e timore.
Fughe impossibili
Fuggire da Alcatraz era quasi impossibile, soprattutto a causa della posizione della prigione, situata in un punto di osservazione strategico per le guardie e a più di 2 Km dalla costa, tra le gelide acque dell’Oceano Pacifico.
Il primo maldestro tentativo di evasione risale al 27 aprile 1936, quando Joseph Bowers, mentre lavorava all’inceneritore di rifiuti, decise di tentare di scavalcare le diverse recinzioni della prigione. Bowers non obbedì alle guardie che gli ordinarono di tornare indietro e fu così freddato dai colpi di fucile provenienti dalla torretta di sorveglianza.
Il secondo tentativo di evasione corrisponde invece al primo presunto tentativo riuscito. Il 16 dicembre 1937 Theodore Cole e Raph Roe, mentre lavoravano all’officina di Alcatraz, allargarono le sbarre della finestra a tal punto da, si pensa, far passare degli pneumatici. I due approfittarono della nebbia per raggiungere il mare e attraversarlo su una zattera realizzata proprio con gli pneumatici rubati, scomparendo alla vista delle guardie.
La battaglia di Alcatraz
Il più sanguinoso tentativo di fuga avvenne il 2 maggio 1946, nell’episodio passato alla storia con il nome Battaglia di Alcatraz. Alle 13:40 circa di tale giorno Bernard Coy insieme ad altri 5 prigionieri riuscì rubare un fucile a una guardia, scavare una galleria, allargare le sbarre della prigione e uscire. Durante il tentativo di evasione i prigionieri riuscirono a impossessarsi di altre armi: una pistola e dei bastoni. Non appena la loro scomparsa fu notata, le guardie tagliarono loro ogni via di fuga. Coy e i suoi compagni, non volendo rinunciare alla possibilità di evadere, diedero inizio a una violenta ribellione nei confronti delle guardie che cercavano di riportarli all’interno del carcere. La rivolta si estese a tutti i prigionieri e furono necessari due giorni per sedarla, durante la battaglia persero la vita due guardie e tre degli autori della rivolta, tra cui lo stesso Coy.
La grande fuga
Resa celebre dal film Fuga da Alcatraz diretto da Don Siegel e tratto dall’omonimo romanzo di J. Campbell Bruce, l’evasione di Frank Morris e dei fratelli Anglin è passata alla storia come The Great Escape. Frank Lee Morris, interpretato nel film da un giovane Clint Eastwood, era stato arrestato per possesso di narcotici e rapina a mano armata, fu poi trasferito ad Alcatraz nel 1960 a causa dei suoi numerosi tentativi di evasione dai penitenziari in cui era recluso. I fratelli Anglin erano invece stati arrestati nel 1956, a seguito di una serie di riuscite rapine di banche e mandati direttamente ad Alcatraz.
Frank Morris, i fratelli Anglin e un quarto compagno, Allen West, iniziarono a progettare la fuga nel 1960 cominciando a rubare con pazienza materiali per costruire una zattera per attraversare la Baia e delle teste di cartapesta, per confondere le guardie e guadagnare tempo. A partire dal maggio del 1962 i quattro cominciarono a scavare a turno nella parete per allargare il condotto di areazione delle celle, servendosi solamente di un cucchiaio da cucina.
In data 11 giugno 1962 il piano fu messo in atto. A causa della sua stazza Allen West non riuscì a usufruire delle gallerie scavate e fu costretto a rimanere ad Alcatraz, vedendo sfumare davanti ai suoi occhi la fuga a lungo progettata. Frank Morris e i fratelli Anglin raggiunsero invece il tetto dell’edificio scalando l’asta di areazione; dal tetto raggiunsero senza essere visti la spiaggia e, con la zattera di gomma iniziata a costruire due anni prima, scomparvero nella baia.
Le indagini
La mattina successiva nelle celle furono trovate le teste di cartapesta e fu immediatamente dato l’allarme; l’FBI iniziò un’intensa caccia all’uomo che si risolse in un buco nell’acqua: tutto ciò che riuscì a trovare furono i resti della zattera, una borsetta impermeabile e dei salvagenti sulla spiaggia di Angel Island, altra isola della Baia. Nel 1979, dopo ben 17 anni di indagini, l’FBI, non ritrovando evidenze della sopravvivenza dei tre, chiuse il caso e trasferì le indagini alla Polizia Federale.
Alcune testimonianze riportano che i fratelli Anglin sarebbero scappati in Brasile, ma se il fatto fosse accertato l’FBI si sarebbe nuovamente messa sulle loro tracce.
Fonte: Notizie.it
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